Il Business Plan non è la tesi per un dottorato! È fondamentale scrivere in modo chiaro e sintetico. Ecco qualche consiglio per migliorare il vostro “biglietto da visita” per le banche.
Il Business Plan non è la tesi per un dottorato! È fondamentale scrivere in modo chiaro e sintetico. Ecco qualche consiglio per migliorare il vostro “biglietto da visita” per le banche.
Hai un’idea vincente? Ecco alcuni suggerimenti che ti consentiranno di realizzare un business plan di successo, che ti consentirà di definire meglio il percorso della tua azienda e diventerà lo strumento principale quando dovrai finanziarla. Puoi anche consultare le nostre guide per sapere perché scrivere un business plan e quali sono i punti chiave.
Cominciamo dall’inizio.
Il Business Plan non è la tesi per un dottorato! È fondamentale scrivere in modo chiaro e sintetico. Spesso coloro che leggeranno il nostro documento staranno contemporaneamente guardando e-mail, rispondendo al telefono, etc. Quando scriviamo, ricordiamoci di:
Tutto ciò che un business plan deve contenere può essere sintetizzato in un numero contenuto di pagine e in alcuni allegati contenenti proiezioni economico-finanziarie, il CV delle figure chiave, fotografie di prodotti, mappe, etc.
Suggeriamo, inoltre, di privilegiare grafici, tabelle, “torte” rispetto a un approccio più “discorsivo” e indicare sempre chiaramente la fonte dei numeri rappresentati dalla grafica al fine di rendere agevole i confronti.
Non dimentichiamoci, inoltre, il look del documento: spesso notiamo l’uso di caratteri e dimensioni diverse, pagine non adeguatamente spaziate, che trasmettono un senso di trascuratezza. Last but not least, verifichiamo che i numeri nelle tabelle coincidano con quelli inseriti nella parte discorsiva. Sembrano banalità ma l’esperienza ci dice che non è così.
Non dobbiamo mai scordare che i lettori del nostro documento vedono molti lavori di questo genere e, spesso, sono condizionati, nel decidere se proseguire o no nella valutazione, anche da elementi che noi riteniamo magari trascurabili.
Nella stesura del documento è spesso utile chiedere il supporto di un professionista esterno che, dialogando con l’imprenditore, “traduca” in un linguaggio più facilmente comprensibile alla banca le intenzioni e la bontà del progetto/dell’impresa.
In caso di necessità o per approfondimenti non esitate a contattarci.
Hai un’idea vincente? Ecco alcuni suggerimenti che ti consentiranno di realizzare un business plan di successo, che ti consentirà di definire meglio il percorso della tua azienda e diventerà lo strumento principale quando dovrai finanziarla. Puoi anche consultare le nostre guide per sapere perché scrivere un business plan e quali sono i punti chiave.
Cominciamo dall’inizio.
Il Business Plan non è la tesi per un dottorato! È fondamentale scrivere in modo chiaro e sintetico. Spesso coloro che leggeranno il nostro documento staranno contemporaneamente guardando e-mail, rispondendo al telefono, etc. Quando scriviamo, ricordiamoci di:
Tutto ciò che un business plan deve contenere può essere sintetizzato in un numero contenuto di pagine e in alcuni allegati contenenti proiezioni economico-finanziarie, il CV delle figure chiave, fotografie di prodotti, mappe, etc.
Suggeriamo, inoltre, di privilegiare grafici, tabelle, “torte” rispetto a un approccio più “discorsivo” e indicare sempre chiaramente la fonte dei numeri rappresentati dalla grafica al fine di rendere agevole i confronti.
Non dimentichiamoci, inoltre, il look del documento: spesso notiamo l’uso di caratteri e dimensioni diverse, pagine non adeguatamente spaziate, che trasmettono un senso di trascuratezza. Last but not least, verifichiamo che i numeri nelle tabelle coincidano con quelli inseriti nella parte discorsiva. Sembrano banalità ma l’esperienza ci dice che non è così.
Non dobbiamo mai scordare che i lettori del nostro documento vedono molti lavori di questo genere e, spesso, sono condizionati, nel decidere se proseguire o no nella valutazione, anche da elementi che noi riteniamo magari trascurabili.
Nella stesura del documento è spesso utile chiedere il supporto di un professionista esterno che, dialogando con l’imprenditore, “traduca” in un linguaggio più facilmente comprensibile alla banca le intenzioni e la bontà del progetto/dell’impresa.
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