Le crisi d’impresa non sono tutte uguali: ma la differenza sta anche nel modo in cui vengono gestite. Proviamo a capire gli errori tipici che possono condurre un’azienda alle soglie del fallimento.
Le crisi d’impresa non sono tutte uguali: ma la differenza sta anche nel modo in cui vengono gestite. Proviamo a capire gli errori tipici che possono condurre un’azienda alle soglie del fallimento.
Arriva all’improvviso, può essere passeggera o portare alla chiusura: non c’è una definizione unanime di crisi di impresa, ma una cosa è certa: è difficile trovare un’azienda che non ne abbia mai attraversata una. La differenza consiste nel modo in cui è stata gestita. Ma andiamo con ordine, e proviamo a capire perché si arriva alla crisi di impresa.
I 4 stadi della crisi aziendale
Secondo gli studi di Guatri (1995) sono quattro gli stadi tipici della crisi aziendale: incubazione, maturazione, ripercussioni sui flussi finanziari, conseguenze per i terzi.
La possibilità di insolvenza può cominciare a manifestarsi già nei primi due: semplicemente, dall’esterno non si vede, perché l’azienda adempie alle proprie obbligazioni.
Neanche gli indicatori economico-finanziari riescono a essere d’aiuto: il peggioramento registrato può essere temporaneo e non destare allarme. In altri casi, invece, si tratta dei primi sintomi di un problema serio, e c’èbisogno di una correzione di rotta.
Ma perché un’azienda va in crisi?
La dottrina ha individuato una serie di cause scatenanti la crisi d’impresa. Le cause si possono suddividere in esogene ed endogene. Vediamole.
Fra le cause esogene troviamo
Le cause endogene sono spesso da imputare a ragioni:
Ma perché un’impresa arriva alle soglie dell’insolvenza?
In aggiunta a quanto detto, l’esperienza di consulenza aziendale di PMI Tutoringciha portatoad individuare tre situazioni comuni nelle PMI familiari italiane che si trovano sulla soglia del default.
In realtà, questo ottimismo porta a non affrontare seriamente i problemi veri: ad esempio, la mancanza di marginalità e l’incapacità dell’azienda di generare cassa
In tutti questi casi, il rapporto con la banca può essere di aiuto a prevedere la probabilità di insolvenza per tempo. Una banca che non eroga credito a un’impresa oppure un consulente che consiglia all’imprenditore di non indebitarsi ulteriormente sono segnali da considerare seriamente: qualcuno potrebbe intuire quello che l’imprenditore non vede ancora (o non vuole vedere).
PMI Tutoring è al tuo fianco anche nell’affrontare la crisi di impresa. Registrati al nostro portale per ricevere l’aiuto di un tutor, o scrivici ai recapiti che trovi nella sezione contatti.
Arriva all’improvviso, può essere passeggera o portare alla chiusura: non c’è una definizione unanime di crisi di impresa, ma una cosa è certa: è difficile trovare un’azienda che non ne abbia mai attraversata una. La differenza consiste nel modo in cui è stata gestita. Ma andiamo con ordine, e proviamo a capire perché si arriva alla crisi di impresa.
I 4 stadi della crisi aziendale
Secondo gli studi di Guatri (1995) sono quattro gli stadi tipici della crisi aziendale: incubazione, maturazione, ripercussioni sui flussi finanziari, conseguenze per i terzi.
La possibilità di insolvenza può cominciare a manifestarsi già nei primi due: semplicemente, dall’esterno non si vede, perché l’azienda adempie alle proprie obbligazioni.
Neanche gli indicatori economico-finanziari riescono a essere d’aiuto: il peggioramento registrato può essere temporaneo e non destare allarme. In altri casi, invece, si tratta dei primi sintomi di un problema serio, e c’èbisogno di una correzione di rotta.
Ma perché un’azienda va in crisi?
La dottrina ha individuato una serie di cause scatenanti la crisi d’impresa. Le cause si possono suddividere in esogene ed endogene. Vediamole.
Fra le cause esogene troviamo
Le cause endogene sono spesso da imputare a ragioni:
Ma perché un’impresa arriva alle soglie dell’insolvenza?
In aggiunta a quanto detto, l’esperienza di consulenza aziendale di PMI Tutoringciha portatoad individuare tre situazioni comuni nelle PMI familiari italiane che si trovano sulla soglia del default.
In realtà, questo ottimismo porta a non affrontare seriamente i problemi veri: ad esempio, la mancanza di marginalità e l’incapacità dell’azienda di generare cassa
In tutti questi casi, il rapporto con la banca può essere di aiuto a prevedere la probabilità di insolvenza per tempo. Una banca che non eroga credito a un’impresa oppure un consulente che consiglia all’imprenditore di non indebitarsi ulteriormente sono segnali da considerare seriamente: qualcuno potrebbe intuire quello che l’imprenditore non vede ancora (o non vuole vedere).
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