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I pagamenti B2B accelerano grazie all’innovazione digitale

04 Luglio 2023

La rivoluzione digitale ha preso il sopravvento nel cuore – e nel portafogli – degli italiani: circa 3 italiani su 4 preferiscono la comodità dei pagamenti elettronici anche per le spese più piccole.

Cosa ha spinto gli italiani a innamorarsi dei pagamenti digitali? La risposta è semplice: praticità e velocità, abitudini sempre più consolidate sulla scia (ormai lontana) della pandemia e degli incentivi. Basta uno smartphone o una carta di credito e il gioco è fatto.

Ma non è solo una questione di comodità. I pagamenti digitali offrono anche una serie di vantaggi aggiuntivi, come la tracciabilità delle transazioni e la possibilità di tenere sotto controllo le proprie spese. Inoltre, grazie alla diffusione di dispositivi contactless, il processo di pagamento è diventato ancora più rapido ed efficiente.

Secondo gli ultimi dati riportati dall’Osservatorio Innovative Payments della School of Management del Politecnico di Milano, i pagamenti con carta e smartphone sono diventati il trend del momento nel 2022, raggiungendo l’incredibile cifra di 8,5 miliardi di transazioni. Un vero e proprio boom, con un aumento del 18% rispetto all’anno precedente – che aveva beneficiato dell’entusiasmante effetto cashback – con uno scontrino medio di 47,2 euro.

I pagamenti digitali stanno rivoluzionando il modo in cui gli italiani gestiscono le proprie transazioni quotidiane. La comodità, la velocità e i numerosi vantaggi offerti stanno contribuendo a un aumento significativo delle transazioni nel corso del 2023. È evidente che il futuro dei pagamenti è digitale, e gli italiani sono pronti a sfruttare al massimo questa rivoluzione tecnologica. Ma se il digitale sta aumentando i pagamenti, le PMI riescono a tenere il passo?

I pagamenti digitali possono trasformare le PMI italiane

Le PMI rappresentano il motore pulsante dell’economia, e in Italia, in particolare, rappresentano il 75% della forza lavoro totale. Tuttavia, nonostante il loro ruolo cruciale, si trovano di fronte a una sfida di proporzioni epiche: la lentezza dei pagamenti B2B. Secondo uno studio di Visa, gigante del settore dei pagamenti, quasi la metà delle aziende intervistate (il 41%) ha espresso preoccupazioni sulle prospettive finanziarie dell’azienda, mettendo a paragone questi timori con quelli riguardanti inflazione e recessione.

Ma perché i pagamenti B2B sono così importanti? Il valore dei pagamenti B2B nel mondo ammonta a 120 trilioni di dollari. Parliamo di una cifra colossale, che tiene in piedi il commercio globale e alimenta l’intera catena di approvvigionamento. Quando questi pagamenti subiscono rallentamenti, le PMI ne risentono direttamente, mettendo in pericolo le loro prospettive finanziarie.

“La lentezza nell’incassare e nell’essere in grado di pagare i propri fornitori è al centro delle preoccupazioni per le imprese all’interno di lunghe e complesse catene di fornitura che si articolano su più paesi.”

Sono le parole di Luca Moroni, Head of Business Solutions Sud Europa di Visa. Questo fenomeno assume una dimensione globale e rappresenta una sfida significativa per le aziende coinvolte.

L’origine di questa lentezza dei pagamenti è spesso legata alla dimensione delle aziende coinvolte. Le grandi multinazionali, nonostante abbiano un alto livello di digitalizzazione e accesso a una vasta gamma di strumenti finanziari forniti dalle istituzioni bancarie, si trovano ad affrontare una complessità elevata sia in termini di quantità che di complessità delle soluzioni, dove i pagamenti risultano lenti a causa del modello attuale di trasferimento dei fondi su scala mondiale e la mancanza di predictability – ovvero la capacità di prevedere in anticipo il costo totale del trasferimento del denaro sia per l’azienda ricevente che per il fornitore dall’altra parte del mondo – può avere un impatto negativo sulle loro attività finanziarie.

Nelle PMI invece, la lentezza nei pagamenti è spesso causata dal basso livello di digitalizzazione in questo ambito. Nonostante i pagamenti elettronici (27,9%) stiano lentamente superando i contanti (23,3%) in termini di preferenza assoluta come futuro strumento di pagamento, quelli più utilizzati dalle PMI sono ancora il contante e gli assegni, creando una pressione significativa sul capitale circolante a causa della mancanza di ottimizzazione dei flussi di cassa.

La carenza di strumenti digitali adeguati e la scarsa consapevolezza delle opzioni disponibili sul mercato costituiscono un ostacolo per le PMI nell’adottare soluzioni di pagamento più efficienti. Questa mancanza di conoscenza e accesso alle tecnologie digitali impedisce alle PMI di sfruttare appieno le opportunità offerte dai mercati globali o dalle piattaforme di e-commerce nazionali. L’adozione di tali strumenti consentirebbe loro di effettuare acquisti in modo rapido, conveniente e ovunque si trovino.

Banche (digitali) del futuro: ripartire dalla fiducia

Le banche tradizionali si trovano ad affrontare un cambiamento epocale, superate sotto diversi aspetti dalle fintech, proprio come gli store musicali furono superati dalle piattaforme e servizi di streaming on demand. Questa è una delle riflessioni intriganti emerse dal libro “Reinventare le banche e la finanza” di Alessandro Hatami, Founder e Managing Partner di Pacemakers.io, e Hélène Panzarino, Managing Director del Global Rainmaking Colab FinTech Programme.

È fondamentale che le banche spostino il loro focus dalla mera vendita di prodotti alla vendita di risultati che soddisfino le esigenze dei clienti. I clienti sono sempre più interessati ad acquistare servizi che consentano loro di ottenere ciò che desiderano.
L’adozione di questa prospettiva avrebbe un impatto significativo sulla trasformazione necessaria nel settore bancario. Ciò che rende questo approccio interessante è che in passato era proprio questa la mentalità predominante delle banche, prima che l’industrializzazione le portasse a focalizzarsi principalmente sulla vendita di prodotti standardizzati.

Ritornare a un modo di lavorare in cui si mette al centro il cliente e si lavora per fornire soluzioni personalizzate, potrebbe semplificare notevolmente il processo di trasformazione. Questa mentalità permette di adattarsi meglio alle mutevoli esigenze e preferenze dei clienti, fornendo servizi finanziari che rispondano realmente alle loro necessità.

Tutto questo implica che la banca diventi un punto di riferimento essenziale per il cliente, fornendo accesso a una vasta gamma di servizi finanziari, inclusi quelli offerti dalle fintech e da altri operatori del settore.

PMI Tutoring si impegna a far sedere dalla stessa parte del tavolo banca ed impresa, offrendo un servizio di consulenza personalizzata, basata sulla conoscenza approfondita delle esigenze del cliente e sulla sua situazione finanziaria.

Con l’obiettivo di fornire soluzioni su misura che soddisfino le specifiche necessità del cliente, garantendo allo stesso tempo trasparenza e chiarezza nelle informazioni fornite, costruiamo un percorso dove l’impresa può trovare l’interlocutore bancario più adeguato alle proprie esigenze.

Contattaci.

Cosa ha spinto gli italiani a innamorarsi dei pagamenti digitali? La risposta è semplice: praticità e velocità, abitudini sempre più consolidate sulla scia (ormai lontana) della pandemia e degli incentivi. Basta uno smartphone o una carta di credito e il gioco è fatto.

Ma non è solo una questione di comodità. I pagamenti digitali offrono anche una serie di vantaggi aggiuntivi, come la tracciabilità delle transazioni e la possibilità di tenere sotto controllo le proprie spese. Inoltre, grazie alla diffusione di dispositivi contactless, il processo di pagamento è diventato ancora più rapido ed efficiente.

Secondo gli ultimi dati riportati dall’Osservatorio Innovative Payments della School of Management del Politecnico di Milano, i pagamenti con carta e smartphone sono diventati il trend del momento nel 2022, raggiungendo l’incredibile cifra di 8,5 miliardi di transazioni. Un vero e proprio boom, con un aumento del 18% rispetto all’anno precedente – che aveva beneficiato dell’entusiasmante effetto cashback – con uno scontrino medio di 47,2 euro.

I pagamenti digitali stanno rivoluzionando il modo in cui gli italiani gestiscono le proprie transazioni quotidiane. La comodità, la velocità e i numerosi vantaggi offerti stanno contribuendo a un aumento significativo delle transazioni nel corso del 2023. È evidente che il futuro dei pagamenti è digitale, e gli italiani sono pronti a sfruttare al massimo questa rivoluzione tecnologica. Ma se il digitale sta aumentando i pagamenti, le PMI riescono a tenere il passo?

I pagamenti digitali possono trasformare le PMI italiane

Le PMI rappresentano il motore pulsante dell’economia, e in Italia, in particolare, rappresentano il 75% della forza lavoro totale. Tuttavia, nonostante il loro ruolo cruciale, si trovano di fronte a una sfida di proporzioni epiche: la lentezza dei pagamenti B2B. Secondo uno studio di Visa, gigante del settore dei pagamenti, quasi la metà delle aziende intervistate (il 41%) ha espresso preoccupazioni sulle prospettive finanziarie dell’azienda, mettendo a paragone questi timori con quelli riguardanti inflazione e recessione.

Ma perché i pagamenti B2B sono così importanti? Il valore dei pagamenti B2B nel mondo ammonta a 120 trilioni di dollari. Parliamo di una cifra colossale, che tiene in piedi il commercio globale e alimenta l’intera catena di approvvigionamento. Quando questi pagamenti subiscono rallentamenti, le PMI ne risentono direttamente, mettendo in pericolo le loro prospettive finanziarie.

“La lentezza nell’incassare e nell’essere in grado di pagare i propri fornitori è al centro delle preoccupazioni per le imprese all’interno di lunghe e complesse catene di fornitura che si articolano su più paesi.”

Sono le parole di Luca Moroni, Head of Business Solutions Sud Europa di Visa. Questo fenomeno assume una dimensione globale e rappresenta una sfida significativa per le aziende coinvolte.

L’origine di questa lentezza dei pagamenti è spesso legata alla dimensione delle aziende coinvolte. Le grandi multinazionali, nonostante abbiano un alto livello di digitalizzazione e accesso a una vasta gamma di strumenti finanziari forniti dalle istituzioni bancarie, si trovano ad affrontare una complessità elevata sia in termini di quantità che di complessità delle soluzioni, dove i pagamenti risultano lenti a causa del modello attuale di trasferimento dei fondi su scala mondiale e la mancanza di predictability – ovvero la capacità di prevedere in anticipo il costo totale del trasferimento del denaro sia per l’azienda ricevente che per il fornitore dall’altra parte del mondo – può avere un impatto negativo sulle loro attività finanziarie.

Nelle PMI invece, la lentezza nei pagamenti è spesso causata dal basso livello di digitalizzazione in questo ambito. Nonostante i pagamenti elettronici (27,9%) stiano lentamente superando i contanti (23,3%) in termini di preferenza assoluta come futuro strumento di pagamento, quelli più utilizzati dalle PMI sono ancora il contante e gli assegni, creando una pressione significativa sul capitale circolante a causa della mancanza di ottimizzazione dei flussi di cassa.

La carenza di strumenti digitali adeguati e la scarsa consapevolezza delle opzioni disponibili sul mercato costituiscono un ostacolo per le PMI nell’adottare soluzioni di pagamento più efficienti. Questa mancanza di conoscenza e accesso alle tecnologie digitali impedisce alle PMI di sfruttare appieno le opportunità offerte dai mercati globali o dalle piattaforme di e-commerce nazionali. L’adozione di tali strumenti consentirebbe loro di effettuare acquisti in modo rapido, conveniente e ovunque si trovino.

Banche (digitali) del futuro: ripartire dalla fiducia

Le banche tradizionali si trovano ad affrontare un cambiamento epocale, superate sotto diversi aspetti dalle fintech, proprio come gli store musicali furono superati dalle piattaforme e servizi di streaming on demand. Questa è una delle riflessioni intriganti emerse dal libro “Reinventare le banche e la finanza” di Alessandro Hatami, Founder e Managing Partner di Pacemakers.io, e Hélène Panzarino, Managing Director del Global Rainmaking Colab FinTech Programme.

È fondamentale che le banche spostino il loro focus dalla mera vendita di prodotti alla vendita di risultati che soddisfino le esigenze dei clienti. I clienti sono sempre più interessati ad acquistare servizi che consentano loro di ottenere ciò che desiderano.
L’adozione di questa prospettiva avrebbe un impatto significativo sulla trasformazione necessaria nel settore bancario. Ciò che rende questo approccio interessante è che in passato era proprio questa la mentalità predominante delle banche, prima che l’industrializzazione le portasse a focalizzarsi principalmente sulla vendita di prodotti standardizzati.

Ritornare a un modo di lavorare in cui si mette al centro il cliente e si lavora per fornire soluzioni personalizzate, potrebbe semplificare notevolmente il processo di trasformazione. Questa mentalità permette di adattarsi meglio alle mutevoli esigenze e preferenze dei clienti, fornendo servizi finanziari che rispondano realmente alle loro necessità.

Tutto questo implica che la banca diventi un punto di riferimento essenziale per il cliente, fornendo accesso a una vasta gamma di servizi finanziari, inclusi quelli offerti dalle fintech e da altri operatori del settore.

PMI Tutoring si impegna a far sedere dalla stessa parte del tavolo banca ed impresa, offrendo un servizio di consulenza personalizzata, basata sulla conoscenza approfondita delle esigenze del cliente e sulla sua situazione finanziaria.

Con l’obiettivo di fornire soluzioni su misura che soddisfino le specifiche necessità del cliente, garantendo allo stesso tempo trasparenza e chiarezza nelle informazioni fornite, costruiamo un percorso dove l’impresa può trovare l’interlocutore bancario più adeguato alle proprie esigenze.

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