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Fattori ESG, le aziende dovranno cambiare i loro modelli

10 Marzo 2022

I fattori ESG sono i criteri necessari per misurare la sostenibilità di un investimento nel medio-lungo periodo.

I fattori ESG (Environmental, Social e Governance) sono i criteri necessari per misurare la sostenibilità di un investimento nel medio-lungo periodo, tenendo conto non solo dei fattori finanziari, ma anche degli aspetti di natura ambientale, sociale e di governance così da dare un giudizio finalizzato alla certificazione della sostenibilità di un emittente, di un titolo o di un fondo.

In linea generale, con i tre termini si intende:

Environmental: l’impegno che l’azienda dedica alle tematiche ambientali e di sostenibilità, se adotta politiche contrastanti all’inquinamento dell’aria e dell’acqua e allo spreco delle risorse naturali e alla deforestazione;

Social: modalità di valorizzazione degli individui all’interno dell’impresa, se adotta politiche qualitative per l’ambiente di lavoro, per le relazioni sindacali, per il controllo della catena di fornitura, oltre che attenzione alle diversità di sesso, abilità ed età, agli standard lavorativi, alle condizioni di sicurezza sul posto di lavoro;

Governance: esplicitare i valori legati alla modalità con cui l’azienda è amministrata, ad esempio l’etica e la trasparenza del governo societario e la presenza di consiglieri indipendenti o non esecutivi, le politiche di diversità nella composizione dei CdA, la presenza di piani ed obiettivi di sostenibilità.

Un approccio strategico verso il tema della responsabilità sociale per le imprese, secondo la Commissione Europea, può portare diversi benefici in termini di gestione del rischioabbassamento dei costiaccesso al capitale e relazioni con i clienti più solide.

Secondo un report stilato dal Forum per la finanza sostenibile, le imprese impegnate maggiormente nei percorsi di reporting di sostenibilità traggono vantaggi anche dal punto di vista delle performance finanziarie. La pandemia ha concentrato parte delle attenzioni sui mercati azionari e sull’importanza dei fattori ESG che hanno consentito alle aziende già attente alla gestione di questi rischi, di affrontare meglio la crisi.

Sostenibilità in Europa

L’Unione Europea ha messo al centro delle sue priorità il tema della sostenibilità, in seguito alla sottoscrizione dell’Accordo di Parigi sul clima e dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, al fine di realizzare un modello di crescita aziendale sempre più rivolto alle tematiche ambientali.

Nel 2018, è stato lanciato dalla Commissione Europea il Piano d’Azione sulla finanza sostenibile, finalizzato all’incremento dei progetti sostenibili e al sostenimento dei criteri ESG per gestione dei rischi. Sono 10 le azioni previste dal Piano:

  1. Introduzione di una tassonomia UE per la finanza sostenibile.
  2. Creazione di standard e certificazioni di qualità UE per i green bonds (obbligazioni verdi).
  3. Aumento degli investimenti in infrastrutture sostenibili.
  4. Modifica delle direttive MIFID II e IDD, nonché delle linee guida ESMA nel segno della sostenibilità.
  5. Trasparenza nella costruzione di benchmark di sostenibilità.
  6. Adozione dei criteri ESG da parte delle società di raccolta di capitale e di ricerca di mercato.
  7. Proposta di una legge che includa i criteri di sostenibilità nella definizione di “dovere fiduciario”, per vincolare gli investitori ad agire nel massimo interesse dei beneficiari.
  8. Possibilità di introdurre delle riduzioni dei requisiti patrimoniali minimi sugli investimenti sostenibili.
  9. Migliorare qualità e trasparenza della rendicontazione extra-finanziaria delle imprese, tenendo conto delle raccomandazioni della Task Force on climate-related Financial Disclosure del Financial Stability Board.
  10. Integrare i criteri ESG e l’approccio di lungo periodo nelle decisioni dei CdA aziendali.

Alcune delle azioni dell’action plan sono già state avviate dall’Unione Europea.

Lo Score e il Rating ESG

Col crescere delle tematiche di sostenibilità, crescono anche le necessità di adoperare strumenti adeguati alla misurazione delle performance delle imprese in termini di ESG.

Nascono dunque gli Score e i Rating ESG proprio per sintetizzare il grado di sostenibilità dell’impresa, nelle tre dimensioni già citate.

In che modo questi score si differenziano da quelli creditizi? Nel caso dei Rating e degli Score creditizi, in primis esiste una misura osservabile che deve essere stimata, viceversa, per i Rating e gli Score ESG le grandezze osservabili sono molteplici (sia di natura quantitativa che qualitativa). In secondo luogo, per i Rating ESG si è in attesa di una regolamentazione, contrariamente ai creditizi per cui esiste una regolamentazione specifica e un’autorità (ESMA).

Agenzie specializzate in rating adottano due tipologie di misurazioni:

Quantitativo: valuta la sostenibilità delle performance dell’impresa sui dati disponibili e redatti secondo standard internazionali;

Qualitativo: prevede la raccolta dati e informazioni dalle imprese valutate mediante questionari sulle tre dimensioni ESG e successivamente secondo approcci metodologici differenziati.

Cosa spinge le imprese a disporre di un Rating ESG

Oltre ai fattori legati alla gestione della crisi, ci sono anche altre motivazioni altrettanto valide che spingono le imprese a condividere i valori di Corporate Social Responsibility, tra cui: bilancio di sostenibilità, miglioramento della propria corporate reputation. Diversi vantaggi anche nel disporre di un Rating ESG sono:

– il report delle proprie performance di sostenibilità;

– un migliore posizionamento e ampliamento delle possibilità commerciali;

– il contenimento del rischio reputazionale;

– il monitoraggio di parametri di efficienza e produttività;

– apertura di canali preferenziali per accedere ad investimenti;

– il possibile miglioramento dei costi di finanziamento.

Le aziende che intendono migliorare il proprio profilo di sostenibilità effettuano anche l’ESG Supply Chain Assessment (la valutazione del rischio di sostenibilità dei propri fornitori all’interno della filiera di approvvigionamento) traendone diversi benefici tra cui soddisfazione delle richieste dei consumatori più sensibili alle tematiche e riduzione del rischio di inefficienza ed interruzioni nella catena di fornitura.

In conclusione, le aziende che si avvalgono delle strategie ESG, oltre ad avere un impatto positivo all’azienda stessa in termini di reputation, hanno un maggiore ascendente sulla sensibilità dei consumatori che li spinge a scegliere da chi acquistare. Inoltre, incide notevolmente anche sulle scelte degli investitori: saranno più coscienti e predisposti in virtù del fatto che l’investimento porterà a dei benefici positivi sia sulla società che sull’ambiente.

I fattori ESG (Environmental, Social e Governance) sono i criteri necessari per misurare la sostenibilità di un investimento nel medio-lungo periodo, tenendo conto non solo dei fattori finanziari, ma anche degli aspetti di natura ambientale, sociale e di governance così da dare un giudizio finalizzato alla certificazione della sostenibilità di un emittente, di un titolo o di un fondo.

In linea generale, con i tre termini si intende:

Environmental: l’impegno che l’azienda dedica alle tematiche ambientali e di sostenibilità, se adotta politiche contrastanti all’inquinamento dell’aria e dell’acqua e allo spreco delle risorse naturali e alla deforestazione;

Social: modalità di valorizzazione degli individui all’interno dell’impresa, se adotta politiche qualitative per l’ambiente di lavoro, per le relazioni sindacali, per il controllo della catena di fornitura, oltre che attenzione alle diversità di sesso, abilità ed età, agli standard lavorativi, alle condizioni di sicurezza sul posto di lavoro;

Governance: esplicitare i valori legati alla modalità con cui l’azienda è amministrata, ad esempio l’etica e la trasparenza del governo societario e la presenza di consiglieri indipendenti o non esecutivi, le politiche di diversità nella composizione dei CdA, la presenza di piani ed obiettivi di sostenibilità.

Un approccio strategico verso il tema della responsabilità sociale per le imprese, secondo la Commissione Europea, può portare diversi benefici in termini di gestione del rischioabbassamento dei costiaccesso al capitale e relazioni con i clienti più solide.

Secondo un report stilato dal Forum per la finanza sostenibile, le imprese impegnate maggiormente nei percorsi di reporting di sostenibilità traggono vantaggi anche dal punto di vista delle performance finanziarie. La pandemia ha concentrato parte delle attenzioni sui mercati azionari e sull’importanza dei fattori ESG che hanno consentito alle aziende già attente alla gestione di questi rischi, di affrontare meglio la crisi.

Sostenibilità in Europa

L’Unione Europea ha messo al centro delle sue priorità il tema della sostenibilità, in seguito alla sottoscrizione dell’Accordo di Parigi sul clima e dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, al fine di realizzare un modello di crescita aziendale sempre più rivolto alle tematiche ambientali.

Nel 2018, è stato lanciato dalla Commissione Europea il Piano d’Azione sulla finanza sostenibile, finalizzato all’incremento dei progetti sostenibili e al sostenimento dei criteri ESG per gestione dei rischi. Sono 10 le azioni previste dal Piano:

  1. Introduzione di una tassonomia UE per la finanza sostenibile.
  2. Creazione di standard e certificazioni di qualità UE per i green bonds (obbligazioni verdi).
  3. Aumento degli investimenti in infrastrutture sostenibili.
  4. Modifica delle direttive MIFID II e IDD, nonché delle linee guida ESMA nel segno della sostenibilità.
  5. Trasparenza nella costruzione di benchmark di sostenibilità.
  6. Adozione dei criteri ESG da parte delle società di raccolta di capitale e di ricerca di mercato.
  7. Proposta di una legge che includa i criteri di sostenibilità nella definizione di “dovere fiduciario”, per vincolare gli investitori ad agire nel massimo interesse dei beneficiari.
  8. Possibilità di introdurre delle riduzioni dei requisiti patrimoniali minimi sugli investimenti sostenibili.
  9. Migliorare qualità e trasparenza della rendicontazione extra-finanziaria delle imprese, tenendo conto delle raccomandazioni della Task Force on climate-related Financial Disclosure del Financial Stability Board.
  10. Integrare i criteri ESG e l’approccio di lungo periodo nelle decisioni dei CdA aziendali.

Alcune delle azioni dell’action plan sono già state avviate dall’Unione Europea.

Lo Score e il Rating ESG

Col crescere delle tematiche di sostenibilità, crescono anche le necessità di adoperare strumenti adeguati alla misurazione delle performance delle imprese in termini di ESG.

Nascono dunque gli Score e i Rating ESG proprio per sintetizzare il grado di sostenibilità dell’impresa, nelle tre dimensioni già citate.

In che modo questi score si differenziano da quelli creditizi? Nel caso dei Rating e degli Score creditizi, in primis esiste una misura osservabile che deve essere stimata, viceversa, per i Rating e gli Score ESG le grandezze osservabili sono molteplici (sia di natura quantitativa che qualitativa). In secondo luogo, per i Rating ESG si è in attesa di una regolamentazione, contrariamente ai creditizi per cui esiste una regolamentazione specifica e un’autorità (ESMA).

Agenzie specializzate in rating adottano due tipologie di misurazioni:

Quantitativo: valuta la sostenibilità delle performance dell’impresa sui dati disponibili e redatti secondo standard internazionali;

Qualitativo: prevede la raccolta dati e informazioni dalle imprese valutate mediante questionari sulle tre dimensioni ESG e successivamente secondo approcci metodologici differenziati.

Cosa spinge le imprese a disporre di un Rating ESG

Oltre ai fattori legati alla gestione della crisi, ci sono anche altre motivazioni altrettanto valide che spingono le imprese a condividere i valori di Corporate Social Responsibility, tra cui: bilancio di sostenibilità, miglioramento della propria corporate reputation. Diversi vantaggi anche nel disporre di un Rating ESG sono:

– il report delle proprie performance di sostenibilità;

– un migliore posizionamento e ampliamento delle possibilità commerciali;

– il contenimento del rischio reputazionale;

– il monitoraggio di parametri di efficienza e produttività;

– apertura di canali preferenziali per accedere ad investimenti;

– il possibile miglioramento dei costi di finanziamento.

Le aziende che intendono migliorare il proprio profilo di sostenibilità effettuano anche l’ESG Supply Chain Assessment (la valutazione del rischio di sostenibilità dei propri fornitori all’interno della filiera di approvvigionamento) traendone diversi benefici tra cui soddisfazione delle richieste dei consumatori più sensibili alle tematiche e riduzione del rischio di inefficienza ed interruzioni nella catena di fornitura.

In conclusione, le aziende che si avvalgono delle strategie ESG, oltre ad avere un impatto positivo all’azienda stessa in termini di reputation, hanno un maggiore ascendente sulla sensibilità dei consumatori che li spinge a scegliere da chi acquistare. Inoltre, incide notevolmente anche sulle scelte degli investitori: saranno più coscienti e predisposti in virtù del fatto che l’investimento porterà a dei benefici positivi sia sulla società che sull’ambiente.

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